"Io tu e le torte" ospite di sua maestà Renato
Giovedì 15 settembre alle ore 19.00 scende la Vogue fashion’s night, la notte bianca della moda, e le strade della capitale diventano una grande passerella. Volti noti come testimonial dentro e fuori le vetrine del centro, che restano accese sino alla mezzanotte, e nelle edicole è possibile acquistare il numero di Vogue ad un prezzo speciale.
Sotto i riflettori di Spazio Marchionni in via Belsiana, a pochi metri da via Condotti, incontriamo Renato Ardovino, cake designer salernitano di fama internazionale.
Lui è il “Re delle torte” e la sua cake collection 2012 è fonte di grande ispirazione, esattamente come l’haute couture per il pret à porter.
Come nasce una torta di Renato?R: Solitamente le wedding cakes sono il frutto di uno schizzo su carta, elaborato insieme agli sposi. Tutte le altre sono abbozzate nella mia mente e pertanto “work in progress”.
Con in cantiere un diploma all’Accademia d’arte, come ti sei avvicinato alla pasticceria?
R: Ho iniziato nella caffetteria dei miei genitori dove si confezionavano anche torte. Solo anni dopo ho scoperto la sugarart e sono rimasto incantato da questo mondo pieno di meraviglie.
Come stabilisci il costo di una torta?
R: In base al tempo di lavorazione, per quelle elaborate che includono esclusivamente elementi modellati a mano. Quelle con decori più semplici, che prevedono anche l’uso di stampi, costano indicativamente 30-40 euro al chilogrammo.
Le torte di Renato raccontano molto spesso delle fiabe. Quale personaggio ti somiglia di più?
R: Dolce Remì. Era il soprannome con cui mi chiamava mio fratello, in virtù della mia bontà d’animo e per il grande amore per gli animali.
Se dovessi realizzare una torta per te, come sarebbe?
R: In realtà, senza saperlo, ho già realizzato una torta per me in occasione del mio 40° compleanno. Mi hanno fatto credere che fosse per un cliente al quale ho preparato una torta interamente di cioccolato.
Scoprire che il cliente ero io è stata una bella sorpresa ma al pasticciere avrei voluto dire : “Non lo sai che non amo il cioccolato?”